A.L.G.A.
Amici del Liceo Galilei - San Donà di Piave

Oggi intervistiamo Francesco Cuzzolin, 50enne, preparatore atletico della Nazionale Italiana di Pallacanestro e liceale della metà anni 80.
Francesco puoi descrivere brevemente la tua esperienza professionale?
Partendo dalle esperienze internazionali, ho avuto l'onore di essere il primo europeo a diventare preparatore fisico in NBA, con i Toronto Raptors. Ho lavorato per 15 anni con due delle squadre europee di maggior successo, la Benetton Treviso e la Virtus Bologna, dalle quali molti giocatori NBA, come Manuel Ginobili e Andrea Bargnani hanno iniziato la loro carriera. Ha lavorato per tre stagioni con la squadra Nazionale Russa, dove giocava Andrei Kirilenko, vincendo un campionato Europeo e partecipando alle Olimpiadi di Pechino. Ora sono il preparatore della Nazionale Italiana di Pallacanestro, supervisore di ogni Nazionale Giovanile e Responsabile dei programmi di formazioni e d'aggiornamento per i preparatori per la Federazione Italiana Pallacanestro.
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Come personal trainer ho seguito sia Andrea Bargnani che Danilo Gallinari. Come consulente ho lavorato per la Nazionale Lettone, il CSKA Mosca, il Fenerbahce Istanbul.
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Sono stato insegnante alla Facoltà di Scienze Motorie di Padova sulla metodologia dell'allenamento degli sport di squadra e sulla riabilitazione e la prevenzione nello sport, ora sono docente all'Università degli studi di Verona.
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Sono il Presidente della EPCA (Associazione Europea della Preparazione Fisica) e faccio parte della commissione scientifica dell' APFIP (Associazione Preparatori Fisici Italiani Pallacanestro.
Qualche ricordo del tuo periodo al Liceo scientifico.
Ricordo una classe molto affiatata e "frizzante" sia da un punto di vista comportamentale che intellettuale. La scuola era per tanti di noi uno dei mille interessi che avevamo, importante, ma mai solo l'unico.
Alla luce della tua esperienza hai qualche critica da muovere al sistema di insegnamento di allora?
Essendo io stesso insegnante, anche se da anni solo Universitario, vedo lati positivi e negativi di questo lavoro, oggi come allora. Purtroppo gli insegnanti che avevano competenze e dimostravano passione per il loro lavoro, indipendentemente dalla materia si guadagnavano una tale autorevolezza che gli permetteva di interessare e motivare noi studenti. Oggi, purtroppo più di allora, la classe insegnante è sempre più demotivata, per i problemi strutturali della scuola dove non esiste meritocrazia o per problemi economici e sociali. Nell'insegnamento, come in molti altri lavori, la differenza la fa la persona, non solo le competenze.
Che consiglio ti senti di dare agli attuali alunni ed in particolare a quelli che volessero intraprendere una carriera sportiva?
Di pensare in grande, di darsi obiettivi illustri e di lavorare duro per cogliere le opportunità. La vita, quella personale come quella professionale, va vissuta senza rimpianti, convinti di aver dato tutto. Il mondo globalizzato crea dei livelli di concorrenza incredibili, in altri paesi, vedo giovani molto mentalizzati in questo. Noi italiani abbiamo cultura e creatività che tanti ci invidiano, dobbiamo dare valore alle nostre risorse, consapevoli che nessuno ci regalerà mai nulla, ma sicuri che se si aspira all'eccellenza, qualche volta si può raggiungere.