A.L.G.A.
Amici del Liceo Galilei - San Donà di Piave

Cari Algaioli,
il nostro socio, prof Roberto Cecchinato, ha terminato, la notte tra il 21 e il 22 gennaio, il suo percorso terreno ed è tornato alla casa del Padre. Conscio della inesorabilità del male che lo aveva improvvisamente colpito, ha affrontato con esemplare dignità le sofferenze, avviandosi con serenità al compimento del suo destino. Don Eros Pellizzari, anch’egli algaiolo, gli ha impartito l’estrema unzione e lo ha affidato nelle mani dell’Onnipotente. La moglie, Graziella, pure ella ex allieva e insegnante del Galilei, mi ha detto: ” Adesso gli tocca l’ultimo esame”; abbracciandola, le ho risposto: “Tranquilla, non ne ha mai sbagliato uno.” Proprio vero: nato nel gennaio del 1947, aveva frequentato la scuola con i nati nel 1946; brillante studente al Liceo Galilei, si era diplomato con ottimi voti in tutte le materie nel 1965 e a luglio del 1969 aveva conseguito la laurea in matematica presso l’Università degli Studi di Padova. Aveva ventidue anni e mezzo. Affascinato dall’analisi matematica, che riteneva basilare per la formazione di tutti gli studenti, ha continuato per tutta la sua carriera di docente, a divulgarla, sempre mantenendosi attento a non uscire dalla strada tracciata dal suo maestro, il prof. Giuseppe Zwirner, della cui opera è risultato essere uno dei più convinti divulgatori. Gli strumenti usati nel suo lavoro sono sempre stati solo due gessi e una lavagna e il teatro delle sue lezioni è stato il corso B del nostro Liceo, del quale, al variare dei Presidi, è sempre stato il sicuro e inconfondibile riferimento. Inizialmente era un corso tutto femminile e Roberto ha sempre ricordato con nostalgia quei primi anni di insegnamento, quando le allieve portavano tutte il grembiule nero e il colletto bianco: gli davano un gratificante senso di ordine e di disciplina e forse gli ricordavano i giorni in cui, da giovane sottotenente di artiglieria da montagna, aveva comandato a Tarvisio una batteria di alpini. Lì aveva assorbito il rigore e il senso di responsabilità connaturati con la funzione, oltre che un convinto amor di Patria che ha poi mantenuto per tutta la vita e che lo ha portato, negli anni della maturità, a partecipare all’amministrazione del Comune di San Dona’ di Piave, prima come assessore al bilancio e poi come vicesindaco. Non ha mai voluto la carica di sindaco, perché i relativi impegni lo avrebbero costretto ad abbandonare il suo amato insegnamento e il suo amato corso B del Galilei e le soddisfazioni nell’incontrare ex allievi brillantemente laureati ed inseriti nel mondo del lavoro, che tornavano a ringraziarlo per gli insegnamenti ricevuti. Orgoglioso del compito che gli era affidato: seminare; poi gli allievi avrebbero raccolto i frutti, secondo quanto scrive Virgilio nelle Egloghe: “Carpent tua poma nepotes”. Gli piacevano le citazioni latine, sia classiche che medievali e, sull’onda dei suoi ricordi di militare, rinforzati da due richiami alle armi che lo avevano portato a raggiungere il grado di Primo Capitano degli alpini, era un appassionato di storia delle grandi battaglie, sia dell’antichità, che delle due guerre mondiali, sulle quali teneva apprezzate conferenze. Poi il periodo finale della sua vita, con il congedo dall’insegnamento, l’abbandono dell’attività politica, e la difficoltà, che talvolta sconfinava quasi nel rifiuto, di comprendere i repentini cambiamenti della società che si ripercuotevano sia nella scuola che nella vita quotidiana. Come Cincinnato, si era ritirato da tutto, limitandosi a leggere libri di storia e a curare il giardino.
Mi è mancato tanto come collega al Liceo, quando è andato in pensione: confrontare il nostro lavoro era una fonte di continuo e quotidiano arricchimento per entrambi. Poi, quando sono andato in pensione anch’io, mi divertivo a brontolare con lui nel cortile in mezzo alle nostre case:
“ Patres conscripti, mala tempora currunt!” .
“O tempora, o mores!”
Ora mi mancherà del tutto la sua presenza; non però il suo ricordo.
Supremum vale, Roberte, sit tibi terra levis.
Mauro Gressini.